Anacamptis papilionacea (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase
Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco άνακάμπτειν (anakamptein), ripiegare, con allusione, probabilmente, ai due ripiegamenti basali presenti sul labello della specie A. pyramidalis. Il nome della specie ha invece origine dal latino papilionaceus, farfalla, per la forma del labello che ricorda quella dell’ala di una farfalla (foto n. 1).
Antesi (fioritura): Marzo-Aprile
Pianta in genere di piccole dimensioni, raramente più alta di 35 cm. Scapo un po’ arrossato in alto. Foglie raccolte sia in rosetta basale (ma non appressate al suolo) che cauline, guainanti (foto n. 2).
Infiorescenza cilindrica o sub-ovoide, lassa e pauciflora, con non più di 10-15 fiori di colore rosa, in genere chiaro; brattee porporine con strie simili a quelle tepaliche; labello intero, a margine ondulato e crenulato, ampio (a “farfalla”, a “ventaglio”), fortemente ristretto all’apice, di colore più chiaro rispetto al casco tepalico e ornato da diverse strie longitudinali(foto n. 3); sperone rivolto verso il basso.
Vegeta in spazi aperti e luminosi come garighe, prati, bordi strada (foto n. 4) e boschi chiari.
È tra le specie più numerose ed ampiamente diffuse della provincia di Taranto e spesso forma gruppi con diversi esemplari.
Sul territorio della Masseria Carmine è comune nelle aree a macchia.
Note: È una delle tante specie che in passato rientravano nel genere Orchis e che in seguito ad una recente revisione tassonomica, basata su studi genetici, è stata trasferita al genere Anacamptis. Spesso forma ibridi con la congenere A. morio [Anacamptis ×gennarii (Rchb. f.) H. Kretzschmar, Eccarius & Dietr.].