1 - Ophrys sphegodes - Foto Teo Dura
1 - Ophrys sphegodes - Foto Teo Dura

 

Ophrys sphegodes Mill.

 

 

Etimologia: il nome del genere sembra derivare dal greco ὀφρύς, sopracciglio, con probabile allusione alla pelosità del labello presente nelle entità di questo genere (foto n. 1 e 2); il nome specifico deriva dal greco σφηκώδες, con riferimento alla somiglianza del labello con una piccola vespa.

 

Antesi (fioritura): fine febbraio-aprile.

 

Pianta alta fino a 50 cm, con foglie raccolte in rosetta basale, le cauline più piccole e guainanti.

 

2 - Ophrys sphegodes - Foto Teo Dura
2 - Ophrys sphegodes - Foto Teo Dura

 

Infiorescenza lassa, composta da 3-6 fiori di media grandezza; sepali ovati di colore verdastro; petali grandi, di forma quasi rettangolare, concolori ai sepali o più scuri; labello di piccole o medie dimensioni, intero, di forma subquadrata, convesso, scuro, con pelosità marginale chiara e piccole gibbosità basali quasi sempre presenti, piccole e arrotondate; macula di colore grigiastro, a forma di H; apicolo quasi nullo e poco evidente, pseudo-occhi evidenti di colore verdastro.

 

Vegeta in spazi aperti e boschi, da chiari a mediamente ombrosi.

 

In provincia di Taranto ha una buona diffusione.

Sul territorio della Masseria Carmine abbiamo rinvenuto al momento un solo esemplare nella gariga.

 

 

Note: A causa del suo polimorfismo sono state descritte varie entità a titolo soprattutto di sottospecie. Secondo alcuni autori le popolazioni dell’Italia meridionale andrebbero attribuite a Ophrys sphegodes subsp. classica (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz.