Ophrys tenthredinifera Willd.
Etimologia: il nome del genere sembra derivare dal greco οϕρύς, sopracciglio, con probabile allusione alla pelosità del labello presente nelle entità di questo genere; il nome specifico deriva da due termini di origine greca: τενθρηδών, tentredine (Famiglia di Insetti facente parte dell’Ordine degli Imenotteri, simili cioè ad api, vespe, ecc.) e ϕέρω, portare, con allusione alla somiglianza del labello con questi insetti.
Antesi (fioritura): fine febbraio-maggio.
Pianta di aspetto robusto, alta 5-40 cm, con foglie raccolte in rosetta basale, le cauline più piccole e guainanti.
Infiorescenza lassa, composta da 2-8 fiori di taglia medio-grande; sepali larghi, ampi, ad apice arrotondato, di colore rosa (a volte rosa-pallido o quasi bianco oppure violacei), percorsi da una linea centrale di colore verde; petali brevi, triangolari, vellutati, a volte auricolati, di colore simile a quello dei sepali o lievemente più intenso; labello grande, grossolanamente trapeziforme, subintero e convesso, di colore giallo vivo e area centrale brunastra, provvisto di pelosità densa; macula piccola di colore grigio-bluastro, situata vicino la base; apicolo evidente, eretto, a margine rotondeggiante, di colore giallo, circondato da un ciuffo di peli evidenti.
Vegeta prevalentemente in spazi aperti e soleggiati, anche in boschi chiari.
In provincia di Taranto risulta uniformemente diffusa, solo localmente numerosa;
sul territorio della Masseria Carmine è presente nelle aree a macchia con pochi esemplari.
Note: Secondo alcuni autori la specie andrebbe suddivisa in alcune sottospecie caratterizzate da differenze morfologiche spesso poco evidenti. La specie presente sul nostro territorio secondo questa recente classificazione andrebbe attribuita a O. tenthredinifera subsp. neglecta (Parl.) E.G. Camus, dove il termine subspecifico deriva dal latino neglectus, trascurato, probabilmente in relazione alle minori dimensioni della pianta rispetto a quelle della subspecie tipo.