Orchis italica Poir.
Etimologia: il nome del genere deriva dal greco ὄρχις, testicolo, con allusione alla forma dei rizotuberi che ricorda quella delle gonadi maschili di molti mammiferi; il nome specifico fa invece riferimento all’Italia, dove la specie è stata descritta.
Antesi (fioritura): fine marzo-inizio maggio.
Pianta appariscente, di aspetto robusto, alta in media tra 20 e 80 cm (foto n. 1), con foglie raccolte in rosetta basale, dai margini fortemente ondulati e spesso provviste di macule brunastre (foto n. 2); foglie cauline guainanti la parte inferiore dello scapo.
Infiorescenza densa e multiflora, conica ad inizio antesi (foto n. 4), successivamente subcilindrica. Sepali formanti un casco lasso, di colore rosa provvisti di strie longitudinali più scure; petali più piccoli di colore più intenso (foto n. 6). Labello profondamente trilobo di colore rosa, più intenso verso gli apici, biancastro al centro, con evidenti punti porporini; lobo mediano lungo oltre il doppio dei laterali e a sua volta trilobo con lobo mediano quasi filiforme. Il labello assume così l’aspetto stilizzato di una figura antropomorfa (foto n. 7).
Si osservano a volte individui di colore bianco.
Vegeta prevalentemente in spazi aperti e soleggiati, come prati, garighe, boschi chiari, oliveti abbandonati, bordi stradali. Può capitare di imbattersi in stazioni composte da numerosissimi esemplari (foto n. 3).
In provincia di Taranto la specie è presente e localmente numerosa nel settore centrale e occidentale, rarefacendosi verso est fino a scomparire quasi del tutto.
Sul territorio della Masseria Carmine è abbastanza diffusa nelle radure tra le aree a macchia.