1 - Serapias lingua - Foto Teo Dura
1 - Serapias lingua - Foto Teo Dura

 

Serapias lingua L.

 

 

Etimologia: il nome del genere deriva da Serapis, divinità egiziana della fertilità; il nome specifico allude invece alla forma dell’epichilo.

 

 

Antesi (fioritura): fine marzo-maggio.

 

 

Pianta in media 10-20 cm, raramente più alta, di aspetto gracile. Foglie di forma ovata-lanceolata, un po’ carenate, lunghe mediamente 4-15 cm (foto n. 1), le superiori bratteiformi.

 

 2 - Serapias lingua - Foto Teo Dura
2 - Serapias lingua - Foto Teo Dura

 

Infiorescenza lassa e pauciflora, composta ordinariamente da 2-6 fiori di medie dimensioni di colore variabile dal bianco-rosa pallido al rosso vinoso (foto n. 2). Brattee grigiastre con evidenti strie porporine, in genere non superanti il casco tepalico; labello evidente di colore variabile dal rosa pallido al rosso-mattone, provvisto di un’unica callosità basale scura in posizione centrale; pelosità rada, quasi assente di colore biancastro; ipochilo racchiuso quasi del tutto nel casco tepalico; epichilo evidente, a forma di lingua, disteso o piegato a gomito, provvisto di strie più scure, acuminato all’apice e con area centrale spesso più chiara (foto n. 3).

 

3 - Serapias lingua - Foto Teo Dura
3 - Serapias lingua - Foto Teo Dura

 

Vegeta in spazi aperti e soleggiati e boschi chiari.

 

 

In provincia di Taranto è uniformemente diffusa e localmente numerosa; sul territorio della Masseria Carmine è nota al momento una sola stazione di 5 piante che vegeta in gariga.

 

 

Note: Unica Serapias facilmente riconoscibile per via dell’unica callosità presente in posizione centrale alla base del labello (tutte le altre Serapias hanno sempre due callosità). Riproducendosi spesso per via agamica è facile incontrare gruppi di decine di piante vicine tra loro.