Serapias parviflora Parl.
Etimologia: il nome del genere deriva da Serapis, divinità egiziana della fertilità; il nome specifico ha invece origine da due termini latini: parvus, piccolo e flos, fiore, con allusione alle piccole dimensioni dei fiori di questa specie.
Antesi (fioritura): fine marzo-aprile.
Pianta alta in media 10-40 cm, di aspetto slanciato. Foglie di forma lineare-lanceolata, carenate, lunghe mediamente 6-15 cm, le basali spesso rivolte verso l’esterno, le più alte guainanti (foto n. 1).
Infiorescenza compatta ad inizio antesi, poi allungata e più o meno lassa, composta da 3-8 fiori di piccole dimensioni di colore bruno-rossastro (foto n. 2 e 3). Brattee grigiastre con evidenti strie porporine, spesso di lunghezza maggiore del casco tepalico che si presenta stretto, breve e di colore simile a quello delle brattee, a volte più chiaro;
sepali lanceolati; petali più piccoli, a base gocciforme e ristretti all’apice; labello di piccole dimensioni e di colore rosso-mattone, provvisto alla base di due brevi callosità scure e divergenti con pelosità corta di colore biancastro nella parte centrale; ipochilo racchiuso nel casco tepalico; epichilo breve, cuneato e spesso rivolto all’indietro (foto n. 4).
Vegeta in spazi aperti e soleggiati e boschi chiari.
In provincia di Taranto è uniformemente diffusa anche se non particolarmente numerosa;
sul territorio della Masseria Carmine sono stati osservati alcuni esemplari nelle aree a macchia.
Note: Specie poco variabile in quanto ordinariamente autogama e spesso anche cleistogama; si osservano solitamente gli ovari rigonfi con i fiori ancora in boccio.